Quest’anno, per la prima volta dal 1962, la Giornata Mondiale del Teatro si celebra con le platee vuote in tutto il mondo, a causa della pandemia di Coronavirus.
Dal 1962, il 27 marzo di ogni anno, si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Teatro, che quest’anno viene festeggiata a sipari abbassati e platee vuote in tutto il mondo.
Oggi, in piena emergenza Coronavirus, per la prima volta in 48 anni il Messaggio Internazionale per la Giornata Mondiale del Teatro, tradotto in diverse lingue e diffuso da giornali, radio e televisioni, non potrà essere letto di fronte agli spettatori nei teatri di tutto il mondo, a causa della pandemia.
Perché si celebra la giornata mondiale del Teatro e cultura della pace
La Giornata Mondiale del Teatro è stata istituita nel 1961 a Vienna, durante il IX Congresso mondiale dell'Istituto Internazionale del Teatro (ITI). In questa giornata, una eminente personalità delle arti sceniche espone, su invito dell'ITI, le sue riflessioni riguardanti il teatro e la cultura della pace. Nel 1962, l’autore del primo messaggio internazionale fu il drammaturgo, regista e attore francese Jean Cocteau.
Il teatro come tempio
L’autore del messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro 2020, affidato dall'UNESCO, è il drammaturgo pakistano e attivista per i diritti umani Shahid Nadeem. Eccone un estratto:
"È per me un grande onore scrivere il Messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro del 2020. Quella che provo è una sensazione di umiltà, ma è davvero entusiasmante pensare che la ITI – l’ente teatrale oggi più influente e rappresentativo a livello mondiale – abbia scelto il teatro pakistano e il Pakistan stesso. Questo onore è anche un tributo a Madeeha Gauhar (1), icona del teatro e fondatrice del Teatro Ajoka (2) – oltre che mia compagna di vita – morta due anni fa. Il team del teatro Ajoka ha percorso una strada lunga e dura, passando letteralmente da Strada a Teatro. Ma questa è la storia di molti altri gruppi teatrali, ne sono certo. La traversata non è mai facile né priva di intoppi. È sempre una battaglia.
Provengo da un paese prevalentemente musulmano, che ha visto succedersi diverse dittature militari, l’orribile massacro di estremisti religiosi e tre guerre con la vicina India, con la quale condividiamo migliaia di anni di storia e patrimonio culturale. Oggi viviamo ancora con la paura di una vera e propria guerra con la nostra vicina gemella, addirittura una guerra nucleare, dato che entrambi i paesi possiedono le armi..."
Qui potete leggere il Messaggio internazionale integrale.